Il bello del “dibattito” sul turismo è che non ha un inizio, né una fine. E nemmeno punti intermedi. Tutto si alimenta nelle intuizioni (quando va bene) e nelle approssimazioni (di cui siamo campioni del mondo indiscussi). Ogni tanto qualcuno cerca di dare un contenuto economico alla congiuntura del settore (come ad esempio l’indagine Federalberghi) ma l’intera industria dell’ospitalità, negli indicatori che contano, rimane sempre nel vago, indistinta e senza un dato incontrovertibile.