Era il 14 settembre 1998, e un dispaccio da New York riporta le parole dell’unico Clinton riuscito a diventare Presidente degli Stati Uniti: “Le questioni che io, Blair e Prodi affronteremo sono cruciali: come estendere i benefici dell’economia mondiale a tutti, e come far diffondere la democrazia di pari passo con le riforme economiche.”. Erano i tempi dell’“Ulivo Mondiale”, in uno dei suoi momenti più alti; era il tempo dell’affermazione della globalizzazione (dovuta, anzi scatenata proprio dai provvedimenti finanziari di Clinton e dall’ingresso della Cina nel WTO); era il momento in cui si celebrava la definitiva vittoria dei paesi liberi rispetto al comunismo.